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Investimenti in startup: 2015 da record


128 miliardi di dollari, pari ad un incremento del 44% rispetto agli 89 dell'anno precedente: numeri che parlano chiaro, quelli relativi agli investimenti al mondo delle startup. Questo vertiginoso aumento è la prova che il fenomeno delle startup e delle aziende tecnologiche in generale non è assolutamente da ritenersi una moda passegera, tutt'altro, un mercato in forte espansione, destinato ad accaparrarsi una grossa fetta dell'economia globale.

Ma al di là delle cifre, le analisi di fine anno hanno prodotto dati davvero interessanti, portando sul piatto della bilancia nuovi spunti, che vedono la qualità -e non più la sola quantità- in primo piano. La chiusura del 2015 sembra aver portato una ventata di realismo fra gli investitori, allarmati dal ridimensionamento di aziende tecnologiche prima quotate in borsa, o dai flussi di cassa negativi con cui hanno operato alcune aziende.

Questo riassestamento generale, in controtendenza con l'anno passato, testimone del primato della tecnologia, vede spiccare il ruolo delle startup attive nel settore dell'istruzione, dai corsi online all'apprendimento di nuove lingue; ottima posizione anche quella delle aziende impegnate nelle energie rinnovabili, sviluppate soprattutto negli USA, anche se in Europa uno dei finanziamenti maggiori (227 milioni), è andato ad una società francese che mette a punto progetti delle energie sostenibili. Seguono i settori delle biotecnologie e della farmaceutica, consegna di cibo a domicilio e turismo.

Certo è che il trend è in forte crescita e, a differenza degli esordi, che hanno visto primeggiare i più svariati settori tecnologici, il fenomeno delle startup sta spingendo gli investitori a guardare anche ad altri campi.


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